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Lidia Scalera Liaci
"La zoologa barese"
(Bari 1931 - Bari 2010)
Lidia Scalera Liaci è stata una delle più influenti zoologhe a livello locale e nazionale.
Le fu consegnata l’eredità dell’Istituto di Zoologia barese quando nel 1960 De Lerma fece ritorno a Napoli. La scienziata era già assistente ordinario di De Lerma dal 1960 e da lui aveva appreso le competenze necessarie per affinare le tecniche cromatografiche e d’istospettrografia e microscopia in fluorescenza.
Ella fu fra le principali artefici della riqualifica del Museo di Zoologia. Esso fu trasferito al Campus alla fine degli anni Sessanta nel seminterrato dell’edificio di Biologia, dove si portò avanti un lavoro di sistemazione dei reperti in espositori consoni, di restauro delle collezioni, di esposizione e di allestimento di diorami didattici destinati al pubblico esterno e di catalogazione di vecchi e nuovi reperti portati dalle campagne sul territorio.
La Liaci fu anche promotrice di politiche ambientali, puntando sul ruolo didattico e divulgativo del Museo di Zoologia, come luogo deputato alla trattazione delle problematiche sulla conservazione e salvaguardia delle realtà territoriali sia habitat che fauna.
Lidia Scalera Liaci was one of the most influential local and national zoologists.
The inheritance of the Bari Institute of Zoology was handed over to her when De Lerma returned to Naples in 1960. The scientist had already been De Lerma's assistant since 1960 and had learned from him the skills necessary to refine chromatographic and histospectrographic techniques and fluorescence microscopy.
She was one of the main architects of the requalification of the Museum of Zoology. It was transferred to the Campus at the end of the 1960s in the basement of the Biology building, where work was carried out on arranging the finds in suitable exhibitors, restoring the collections, displaying and setting up didactic dioramas for the external public and of cataloging of old and new finds brought from the countryside to the area.
Lidia Scalera Liaci was also a promoter of environmental policies, focusing on the didactic and informative role of the Museum of Zoology, as a place dedicated to the discussion of problems on the conservation and protection of territorial realities, both habitat and fauna.
 
 
Vincenzo Ricchioni
"I problemi presenti e passati delle campagne di Puglia"
(Firenze 1891 - Bari 1960)
Vincenzo Ricchioni è stato un importante esperto di Economia agraria e Statistica.
Da sempre manifestò un certo interesse per le dinamiche agricole meridionali, testimoniato dalle numerose pubblicazioni in merito. Il rigore mostrato nel corso del suo lavoro accademico gli valse l'etichetta di instancabile divulgatore dei metodi e dei procedimenti scientifici nel settore agronomico ritenuti in grado di riqualificare l'economia pugliese e di attuare una concreta e capillare rivoluzione tra le masse contadine, tale da formare una nuova classe di “gente qualificata e non conformista”.
Si specializzò anche in Storia della civiltà meridionale, analizzando le vicende che portarono alla formazione della proprietà terriera in Terra di Bari. Ricchioni si concentrò sull'agricoltura, ripercorrendone l'evoluzione storica, per una migliore comprensione della realtà contemporanea. Lo studio portato a termine, che non si sottraeva anche dal denunciare le angherie dei contratti di lavoro, rappresentò una critica aperta alla stasi economica meridionale.
L'ambiente pugliese non era abbastanza ricettivo verso temi militanti e politici di storia economica e sociale, Ricchioni tuttavia ottenne larga eco nella storiografia meridionale, anche grazie al Saggio su l'estensione e distribuzione della proprietà fondiaria privata nel Mezzogiorno avanti le riforme francesi, edito nel 1946. L'indagine analitica dei dati forniti dai catasti onciari di quattro comuni pugliesi - Palo, Bitetto, San Michele, Spinazzola - sconvolse la letteratura storico-economica precedente.
Riuscendo nell’intento di documentare l'esistenza della proprietà privata in Puglia già dalla metà del Settecento, Ricchioni ebbe il merito di inaugurare numerosi studi storici ed economici sulla funzione delle proprietà locali rispetto al mercato, in opposizione alla tradizionale economia dell'autoconsumo meridionale. Nel 1950 fu nominato rettore dell’Università di Bari.
Vincenzo Ricchioni was an important expert in agricultural economics and statistics.
He has always shown a certain interest in southern agricultural dynamics, as evidenced by the numerous publications on the subject. The rigor shown in the course of his academic work earned him the label of tireless popularizer of scientific methods and procedures in the agronomic sector considered capable of redeveloping the Apulian economy and implementing a concrete and widespread revolution among the peasant masses, such as to forming a new class of “skilled and non-conformist people”.
He also specialized in the history of southern civilization, analyzing the events that led to the formation of land ownership in the Land of Bari. Ricchioni concentrated on agriculture, retracing its historical evolution, for a better understanding of the reality of his time. The study, which also did not avoid to denounce the harassment of employment contracts, represented an open criticism of the southern economic stasis.
The Apulian environment was not sufficiently receptive to militant and political themes of economic and social history, Ricchioni nevertheless obtained wide echo in southern historiography, also thanks to the “Essay on the extension and distribution of private landed property in the South before the French reforms”, published in 1946. The analytical investigation of the data provided by the ounce cadastral registers of four Apulian municipalities – Palo, Bitetto, San Michele, Spinazzola – upset the previous historical-economic literature.
Succeeding in documenting the existence of private property in Puglia as early as the mid-eighteenth century, Ricchioni had the merit of inaugurating numerous historical and economic studies on the function of local properties with respect to the market, in opposition to the traditional economy of southern self-consumption. In 1950 he was nominated rector of the University of Bari.
 
 
Ernesto Quagliariello
"Come Bari divenne famosa nel mondo per la biochimica"
(Salerno 1924 - Bari 2004)
Ernesto Quagliariello è stato un biochimico dalle spiccate qualità scientifiche, oltre che un accademico estremamente prolifico. Un elenco parziale delle sue pubblicazioni ne conta 334 in un arco di tempo che va dal 1954 al 2000.
Trasferitosi a Bari già dai primi anni Sessanta, ebbe modo di rendere la città un punto di riferimento per gli studi di Biochimica. Infatti, in quegli anni organizzò nel capoluogo barese il meeting europeo sulla “Regolazione dei processi metabolici nei mitocondri”. Il congresso, svoltosi nella primavera del 1965, godette della presenza dei principali studiosi dell’epoca, fra cui Peter Mitchell (1920-92) il quale presentò per la prima volta una dettagliata relazione sulla teoria chemiosmotica, argomento che gli valse il Premio Nobel per la Chimica nel 1978.
Il meeting di Bari divenne di cadenza annuale, rappresentando una meta obbligata per i più grandi biochimici del continente, tra cui Sir Hans Krebs (1900-81), Nobel per la Chimica nel 1953, e Albert Lehninger (1917-86). È poco noto che lo stesso termine “bioenergetica” fu coniato nel corso di uno di tali incontri. Occorre sottolineare che i congressi sulla bioenergetica non solo alimentarono lo scambio di idee tra studiosi di fama internazionale, ma fecero da propulsore per lo sviluppo di una pluridecennale tradizione di biochimici pugliesi.
In riconoscenza del suo fondamentale contributo scientifico l'Università ed il Politecnico di Bari nell'ottobre 2006 hanno intitolato alla sua memoria il Campus Universitario.
Ernesto Quagliariello was a biochemist with outstanding scientific qualities, as well as an extremely prolific academic. A partial list of his publications counts 334 over a period of time ranging from 1954 to 2000.
He moved to Bari in the early 1960s, and was able to make the city a point of reference for studies in Biochemistry. In fact, in those years he organized the European meeting on the “Regulation of metabolic processes in mitochondria” in Bari. The congress, held in the spring of 1965, enjoyed the presence of the leading scholars of the time, including Peter Mitchell (1920-92) who presented for the first time a detailed report on chemiosmotic theory, a topic that earned him the Nobel Prize for Chemistry in 1978.
The Bari meeting became an annual meeting, representing a must for the continent’s greatest biochemists, including Sir Hans Krebs (1900-81), Nobel Prize for Chemistry in 1953, and Albert Lehninger (1917- 86). It is little known that the term “bioenergetics” itself was coined during one of these meetings. It should be emphasized that the congresses on bioenergetics not only fueled the exchange of ideas between internationally renowned scholars, but also acted as an engine for the development of a decades-long tradition of Apulian biochemists.
In recognition of his fundamental scientific contribution, the University and Polytechnic of Bari named in October 2006 the University Campus in his memory.
 
 
Edoardo Orabona
"Il profeta della Cività delle Macchine"
(Anversa 1897 - Bari 1973)
Edoardo Orabona è stato un rilevante studioso di Costruzioni idrauliche, oltre che storico dirigente dell’Ente Autonomo per l’Acquedotto Pugliese.
Divenuto nel 1930 titolare del corso di Idraulica agraria e nel 1950 della cattedra di Costruzioni idrauliche alla Facoltà d'Ingegneria, l’anno successivo fu eletto preside della Facoltà di Ingegneria, carica che ricoprì ininterrottamente fino al 1972.
I suoi interessi scientifici si concentrarono principalmente sulla teoria delle lastre a doppia curvatura, campo nel quale Orabona ottenne rilevanti successi, in particolar modo nelle formule risolutive delle piastre coniche. L’intensa attività scientifica di Orabona è stata descritta nel volume sui grandi idraulici italiani del Novecento di Willi H. Hager (2003).
Tra i suoi numerosi interessi occorre ricordare il ‘colpo d’ariete’ in tubazioni a caratteristiche variabili, sul martello idraulico e sui flussi in canali aperti e in tubi pressurizzati usati nell’idraulica agraria. Dette, inoltre, importanti contributi in materia di acquedotti, stabilendo con precisione il metodo di calcolo delle portate e applicandolo al caso dell’Acquedotto Pugliese, in particolar modo alla variazione giornaliera e stagionale del consumo d’acqua nei centri urbani serviti da quella infrastruttura.
Notevoli sono anche gli studi sul proporzionamento dei diametri in funzione della possibile durata di un acquedotto, sul regime di acquedotti a più serbatoi, sul comportamento di condotte semplici di fronte a un moto perturbato conseguente a manovre di chiusura brusca o lenta, sul problema del moto perturbato in una rete di condotte, sul moto delle condotte in pressione.
Edoardo Orabona was a prominent scholar of hydraulic constructions, as well as a historical executive of the Autonomous Authority for the Apulian Aqueduct.
In 1930 he became holder of the agricultural hydraulics course and in 1950 of the chair of hydraulic constructions at the Faculty of Engineering. The following year he was elected president of the Faculty of Engineering, a position he held continuously until 1972.
His scientific interests were mainly focused on the theory of double-curved plates, a field in which Orabona achieved significant successes, especially in the solution formulas of conical plates. Orabona's intense scientific activity was described in the volume on the great Italian plumbers of the twentieth century by Willi H. Hager (2003).
Among his many interests it is worth mentioning the 'water hammer' in pipes with variable characteristics, on the hydraulic hammer and on the flows in open channels and pressurized pipes used in agricultural hydraulics. He also made important contributions in the field of aqueducts, precisely establishing the method of calculating the flow rates and applying it to the case of the Apulian Aqueduct, in particular to the daily and seasonal variation of water consumption in the urban centers served by that infrastructure.
Also noteworthy are the studies on the proportioning of diameters as a function of the possible duration of an aqueduct, on the regime of aqueducts with multiple reservoirs, on the behavior of simple pipelines in the face of a disturbed motion resulting from sudden or slow closing maneuvers, on the motion problem perturbed in a network of pipes, on the motion of the pipes under pressure.
 
 
Filippo Neri
"Tra igiene dell'acqua e civismo"
(Gravina in Puglia 1878 - Bologna 1943)
Filippo Neri è stato un importante igienista pugliese.
Da sempre appassionato di ricerca scientifica e di insegnamento, nel corso della sua carriera professionale divenne cattedratico di Igiene presso l’Università di Bari dal 1924 al 1929, della quale ottenne la carica di rettore per l’anno accademico 1925-1926.
Nel tentativo di contrastare la tendenza coeva di ridurre l’Igiene a semplice branca della microbiologia, Neri si interessò sin da principio ad approfondire gli studi di batteriologia e di epidemiologia, istituendo nel corso delle sue ricerche terreni di coltura selettiva per il colibacillo fecale, per il meningococco e per il vibrione del colera.
Un ulteriore campo di ricerca nel quale Neri si distinse fu l’Igiene delle acque. In questo caso insistette nell’approfondimento della colimetria, la procedura attraverso la quale misurare il grado di purezza dell’acqua. Memorabile è anche il progetto di sistematizzazione di tale disciplina nel nono tomo del monumentale Trattato italiano sull’igiene curato da Oddo Casagrandi (1972 - 1943).
In quanto massimo esperto italiano di igiene e rettore dell’Università, Neri si trovò ad analizzare la manna di San Nicola (il liquido trasparente che si forma nella cripta dell’antica Basilica di Bari a cui sono attribuiti poteri taumaturgici) dichiarandone la purezza batteriologica e la singolarità in contenuto di solidi.
Filippo Neri was a relevant apulian hygienists.
Always passionate about scientific research and teaching, during his professional career he became professor of Hygiene at the University of Bari from 1924 to 1929, of which he obtained the position of rector for the academic year 1925-1926.
In attempt to counter the contemporary trend of reducing hygiene to a simple branch of microbiology, Neri was interested from the beginning to deepen the studies of bacteriology and epidemiology, establishing during his research selective culture media for fecal colibacillus, meningococcus and cholera vibrio.
Another field of research in which Neri distinguished himself was water hygiene. In this case he insisted on deepening the colimetry, the procedure by which to measure the degree of purity of the water. Memorable is the project to systematise this discipline in the 9th volume of the monumental “Italian Essay on Hygiene” edited by Oddo Casagrandi (1972 – 1943).
As leading Italian expert in hygiene and rector of the University, Neri analyzed Saint Nicholas’ manna (the transparent liquid that forms in the crypt of the ancient church of Saint Nicholas in Bari to which thaumaturgical powers are attributed) declaring its bacteriological purity and the singularity in solids content.
 
 
Michele Mitolo
"e la scuola di fisiologia di Bari"
(Foggia 1903 - Bari 1968)
Michele Mitolo è stato uno dei più rinomati medici e docenti dell’Università barese.
Dopo una prima fase di studi a Roma e a Firenze, Mitolo insegnò qualche anno più tardi presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia nel capoluogo pugliese. Qui potette non solo approfondire le sue ricerche in merito alla registrazione grafica dei movimenti respiratori attraverso un’apparecchiatura di sua invenzione, il trachelografo, capace di individuare la cinetica della laringe e della trachea, ma rese anche possibile la dotazione da parte dell'Istituto fisiologico del palazzo Ateneo di tutte le attrezzature necessarie alla ricerca.
Si era ormai in piena II Guerra Mondiale ma, nonostante ciò, Mitolo ottenne il completamento dell'Istituto. A causa della mobilitazione bellica del personale, il medico dovette sostenere personalmente una mole consistente del lavoro ordinario, inclusi quello dell’insegnamento di fisiologia e biochimica nei corsi di laurea di Medicina e Chirurgia, Farmacia, Scienze naturali e Medicina veterinaria.
Fu anche uno dei protagonisti della ripartenza della didattica universitaria nel dopoguerra, aumentando l’offerta formativa e insistendo sulla migliore dotazione dei mezzi di ricerca.
Notevole è stato il suo contributo allo studio biochimico ed enzimologico delle cellule tumorali, alla sensibilità dell’apparato ungueale e acustico a determinate condizioni.
Michele Mitolo was one of the most renowned doctors and teachers of the University of Bari.
After an initial phase of studies in Rome and Florence, Mitolo taught a few years later at the Faculty of Medicine and Surgery in Bari. Here he was able not only to develop his research on the graphic recording of respiratory movements through an equipment of his own invention, the trachelograph, capable of identifying the kinetics of the larynx and trachea, but it also made it possible for the Physiological Institute of the Ateneo building to be provided of all the equipment necessary for research.
Despite World War II, Mitolo obtained the completion of the Institute. Due to the military mobilization of personnel, the doctor had to personally support a substantial amount of ordinary work, including that of teaching physiology and biochemistry in the degree courses of Medicine and Surgery, Pharmacy, Natural Sciences and Veterinary Medicine.
He was also one of the protagonists of the restart of university teaching after the war, increasing the didactic offer and insisting on the best research tools.
His contribution to the biochemical and enzymological study of cancer cells, to the sensitivity of the nail and hearing system under certain conditions was remarkable.
 
 
Michelangelo Merlin
"Padre della fisica barese"
(Trieste 1910 - Padova 2002)
Michelangelo Merlin è stato un importantissimo fisico delle particelle dell’Università di Bari.
La sua attività di ricerca è partita a Padova, in seguito al suo rientro in Italia dai campi di prigionia in Germania. Durante la guerra gli fu proposto dai tedeschi di collaborare grazie alle sue competenze in ambito fisico, ma lo scienziato si rifiutò preferendo la condizione di semplice prigioniero. Con il suo gruppo di ricerca si è occupato principalmente dello studio dei raggi cosmici per mezzo di emulsioni nucleari. Realizzò un esperimento molto rilevante: il volo sopra le Alpi Liguri di 63 kg di emulsione, nominato G-Stack, per mezzo del quale si è potuto evincere che la medesima particella (da quel momento chiamata Mesone K) poteva avere più canali di decadimento.
Nel 1957 vinse il concorso per la cattedra di Fisica Sperimentale dell'Università di Bari e divenne in breve direttore del dipartimento di Fisica. Tuttavia, il dipartimento era in pessime condizioni. Infatti, mentre nominalmente aveva due sedi, vi era in verità solo una piccola aula, nessuna attrezzatura utile per la ricerca e nessuno studente. Egli pensò ad una riqualificazione totale della disciplina e realizzò di conseguenza l'Istituto di fisica nell'attuale sede, che venne ufficialmente inaugurata il 6 novembre 1963, in concomitanza dell'apertura del Congresso della SIF, che vi svolse tutti i suoi lavori.
Dal 2002 il Dipartimento di Inter-ateneo di Fisica di Bari è a lui intitolato.
Michelangelo Merlin was a very important particle physicist at the University of Bari.
His research activity started in Padua, following his return to Italy from prison camps in Germany. During the war he was proposed by the Germans to collaborate thanks to his skills in the physical field, but the scientist refused. With his research group he mainly dealt with the study of cosmic rays by means of nuclear emulsions. He carried out a very important experiment: the flight over the Ligurian Alps of 63 kg of emulsion, named G-Stack, by means of which it was possible to deduce that the same particle (from that moment called Meson K) could have more decay channels.
In 1957 he won the competition for the chair of Experimental Physics at the University of Bari and soon became director of the Physics department. However, the department was in very bad shape. In fact, while nominally it had two locations, there was actually only a small classroom, no useful research equipment and no students. He thought a total requalification of the discipline and consequently created the Institute of Physics in its current location, which was officially inaugurated on November 6th, 1963, in conjunction with the opening of the SIF Congress, which carried out all its works there.
Since 2002, the Inter-university Physics Department of Bari has been named after him.
 
 
Nicola Leotta
"L'accademico che lavorava con le mani"
(Arcireale 1878 - Palermo 1967)
Nicola Leotta è stato un celebre chirurgo di origini siciliane.
Su richiesta del ministro dell’Istruzione Giovanni Gentile e con la collaborazione di Nicola Pende, organizzò la Facoltà di Medicina dell’Università di Bari, divenendo professore ordinario di Clinica chirurgica generale e direttore della Clinica chirurgica dal 1° giugno 1925. Fu anche rettore dell’Università dal 1927 al 1929.
Nel corso dei suoi studi, ebbe modo di specializzarsi in fisiopatologia ed in chirurgia della milza e delle vie respiratorie, di cui ci sono giunte numerose pubblicazioni, spinto anche dalla sua vocazione di medico missionario.
Durante la sua vita, fra le tante esperienze, fu anche nominato medico assistente della 1° classe della Croce Rossa per soccorrere le vittime del terremoto di Messina e Reggio Calabria nel 1908 e arrivò ad organizzare l’Ospedale Militare con il titolo di capitano medico nel 1916. Pubblicò oltre 170 lavori in tutti i campi della medicina generale. I primi studi vertevano su questioni patogenetiche, anatomopatologiche e cliniche. Successivamente si concentrò sulle malattie alle basse vie urinarie, associandovi anche importanti lezioni sulle tecniche più congeniali.
A lui è attribuito anche il merito del resoconto della prima ipofisectomia in Italia. Durante la sua attività scientifica a Bari, divenne il primo presidente dell’Accademia Pugliese delle Scienze. Occorre sottolineare il suo contributo nel Trattato di medicina operatoria e generale, curata dal suo maestro Francesco Durante (1844 – 1934).
Nicola Leotta was a famous surgeon born in Sicily.
He organized the Faculty of Medicine of the University of Bari, becoming professor of the General Surgical Clinic and director of the Surgical Clinic from 1st June 1925. He was also rector of the University from 1927 to 1929.
During his studies, he was able to specialize in pathophysiology and surgery of the spleen and respiratory tract, of which numerous publications have reached us, also driven by his vocation as a missionary doctor.
During his life, among the many experiences, he was also appointed assistant doctor of the 1st class of the Red Cross to help the victims of the Messina and Reggio Calabria earthquake of 1908 and organized the Military Hospital with the title of medical captain in the 1916. During his scientific activity in Bari, he became the first president of the Apulian Academy of Sciences. He published over 170 papers in all fields of general medicine. The first studies focused on pathogenetic, anatomopathological and clinical issues. Later he concentrated on lower urinary tract diseases, also associating important lessons on the most congenial techniques.
He is also credited with the report of the first hypophysectomy in Italy. It is necessary to underline his contribution in the “Essay of operative and general medicine”, edited by his teacher Francesco Durante (1844 – 1934).
 
 
Oplinia Hieke
"Pietra dopo pietra, la storia della Terra"
(Palmanova 1915 - Padova 2006)
Oplinia Hieke è stata una importante geologa e mineralista di origini friulane.
La sua carriera scientifica cominciò presso l’università di Padova, ottenendo nel 1954 la libera docenza in Petrografia. Nel 1965 la Hieke si trasferì nella facoltà di Scienze dell’Università di Bari, aggiornò i percorsi didattici volti a migliorare e a modernizzare la ricerca mineralogica nel capoluogo pugliese. In questo periodo la Heike curò la formazione e la coordinazione di gruppi di collaboratori e di allievi, portò avanti indagini originali e attivò nuovi laboratori di microscopia ottica, stereoscopia cartografica, cartografia, disegno tecnico. In tal modo, la Hieke ebbe modo di formare una nuova generazione di studiosi ed esperti del settore.
I suoi principali interessi scientifici riguardavano gli affioramenti rocciosi della Calabria e, in particolare, del Monte Vulture. Del gruppo vulcanico del Vulture si interessò nel 1964; tre anni dopo produsse una carta geologica completa di quella zona, individuando tre stadi storici fondamentali: il primo, definito “Vulture Primordiale”; il secondo, “Vecchio Vulture”; il terzo, “Giovane Vulture”. In un confronto con la tesi di Burri sulla correlazione tra le serie del Volture e le serie del Somma-Vesuvio, concluse che le lave del Volture derivano da magmi alcalino-sodici ma con più elevati valori del coefficiente K, mostrando il carattere transitorio tra le serie alcalino-sodica e quella alcalino-potassica.
Oplinia Hieke was an important geologist and mineralist of Friulian origins.
Her scientific career began at the University of Padua, obtaining a free teaching post in Petrography in 1954. In 1965, Hieke moved to the Faculty of Sciences of the University of Bari, importing new educational paths aimed at improving and modernizing mineralogical research in the Apulian capital. In this period Heike took care of the training and coordination of groups of collaborators and students, she carried out original investigations and she activated new laboratories of optical microscopy, cartographic stereoscopy, cartography, technical drawing. In this way, Hieke was able to train a new generation of scholars and experts in the field.
Her main scientific interests concerned the rocky outcrops of Calabria and, in particular, of Monte Vulture. She became interested in the volcanic group of the Vulture in 1964; three years later she produced a complete geological map of that area, identifying three fundamental historical stages: the first, defined as “Primordial Vulture”; the second, “Vecchio Vulture”; and the third, "Young Vulture". In a comparison with Burri's thesis on the correlation between the Volture series and the Somma-Vesuvius series, she concluded that the Volture lavas derive from alkaline-sodium magmas but with higher values of the coefficient K, showing the transitory character between the alkaline-sodium series and alkaline-potassic series.
 
 
Eleonora Francini
"La signora della botanica pugliese"
(Sesto Fiorentino 1904 - Firenze 1984)
Eleonora Francini è stata una delle più rilevanti studiose di Botanica In Puglia. Nel 1939, ottenne la cattedra di Botanica presso l’Università di Bari. Qui organizzò nel 1948 la fondazione dell’istituto di Botanica, che assorbì il più piccolo preesistente Istituto di Botanica farmaceutica.
A metà anni Cinquanta ottenne una nuova sede per l’Istituto, più precisamente nell’attuale Campus universitario, dotato anche di un ricco erbario. Sensibile alla vivacità intellettuale di molti giovani studenti che la circondavano, curò la formazione di un gruppo di ricercatori pugliesi volto allo studio del territorio e della flora locali.
I suoi studi sul caso pugliese l’hanno portata a descrivere tre stazioni rocciose salentine prospicienti l'Adriatico in cui sopravvivono tre taxa endemici di Centaurea e la stazione rupestre della Montagna spaccata, vicino Gallipoli, rifugio di altre specie rare ed endemiche della Puglia. Indagò anche sulla presenza del Pino d’Aleppo nella regione pugliese, riuscendo a dimostrare che le pinete occupano i luoghi in cui la precipitazione è più scarsa e che il sottobosco è ricco di specie xerofile e termofile, molto sporadiche nel Mediterraneo ma ricchissime in Medioriente.
Per quanto possa apparire avventato parlare di Botanica al femminile in Puglia, è innegabile il ruolo trainante della Francini nei riguardi di un gruppo di studiose della flora locale, fra le quali spiccano Irma Pierpaoli, Lucrezia Mangini e Vittoria Armenise.
Eleonora Francini was one of the most relevant botany scholars not only in Puglia. She established in Bari the Institute of Botany in 1948, which absorbed the smaller pre-existing Institute of Pharmaceutical Botany.
Sensitive to the intellectual vivacity of many young students who surrounded her, she oversaw the formation of a group of researchers from Puglia focused on the local territory and flora.
Her studies on Apulian case led her to describe three Salento rocky stations overlooking the Adriatic where three endemic taxa of Centaurea survive and the rocky station of Montagna Spaccata, near Gallipoli, a refuge for other rare and endemic species of Puglia. She also investigated the presence of Aleppo pine in the Apulian region, managing to demonstrate that the pine forests occupy the places where precipitation is scarcer and that the undergrowth is rich in xerophilic and thermophilic species, very sporadic in the Mediterranean but very rich in the Middle East.
Although it may seem reckless to talk about female botany in Puglia, Francini’s leading role in regard to a group of local flora scholars, among which Irma Pierpaoli, Lucrezia Mangini and Vittoria Armenise stand out, is undeniable.

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