Biografia di Bruno Vitale
Biografia di Bruno Vitale (1929), fisico e attivista politico
Autori: Barbara Hof and Gerardo Ienna
Bruno Vitale è uno scienziato e attivista. È nato il 29 gennaio 1929 a Salerno, in Italia. È stato sposato due volte e ha un figlio e due figlie. Nel corso della sua vita ha tenuto insieme la fisica teorica, la storia della scienza e l’impegno politico, in particolare nel contest dei movimenti contro la guerra e delle campagne di solidarietà internazionale. Bruno Vitale ha gentilmente donato alla Biblioteca del Seminario di storia della scienza dell’Università degli Studi di Bari Aldo Modo un cospicuo numero di volumi di difficile reperibilità dedicati all’attivismo scientifico degli anni ’70 e ’80 e una serie di documenti dal suo archivio personale relativi alla sua attività di militanza scientifico-politica (in costruzione).
Bruno Vitale si è laureato in fisica a Napoli nel 1951. Ha studiato fisica dei raggi cosmici a Padova (1951-1954) per poi continuare gli studi alla scuola di fisica teorica e nucleare di Roma (1954-1955). Dopo esser stato invitato a Mosca come ricercatore ospite nel 1955, ha ottenuto una borsa di studio che gli ha permesso di trascorrere un anno post-laurea a Birmingham (1955-1956). Ha ricoperto il ruolo di docente incaricato di fisica nucleare a Catania (1956-1957) e Napoli (1957-1958).
Fin dalla giovane età, e nel corso di tutta la sua carriera accademica, Bruno Vitale è stato un militante comunista. È stato delegato della federazione di Benevento del Partito Comunista Italiano (PCI) al Congresso di fondazione della Federazione Giovanile Comunista Italiana (FGCI). Nel dopoguerra, ha partecipato a diversi campi di lavoro , il primo dei quali a 18 anni in Bosnia con una brigata internazionale che ha aiutato a costruire la “Omladinka pruga” [Ferrovia della giovinezza]. È stato membro del PCI da 1947 al 1956 ma, come molti, ha poi deciso di lasciare il partito per protestare contro l'invasione sovietica dell’Ungheria. In seguito, si definì “comunista senza partito”. La sua scelta rifletteva una tendenza più ampia che stava prendendo piede all’epoca: tra le crescenti critiche al comunismo di stampo sovietico all’interno dei movimenti di sinistra europei, il PCI, un tempo il più grande partito comunista dell’Europa occidentale, doveva affrontare sfide importanti. Soprattutto negli anni ’60, il PCI iniziò a lottare con il calo delle iscrizioni, il cambiamento degli orientamenti ideologici e un crescente distacco dalle giovani generazioni. La nuova generazione di attivisti vedeva il partito come troppo rigido o compromesso nel suo allineamento con il comunismo sovietico.
Dopo aver fatto ricerca in fisica teorica delle particelle all’Organizzazione europea per la ricerca nucleare (CERN) (1958-1959), Bruno Vitale ha insegnato fisica nucleare e fisica delle particelle elementari a Roma (1958-1962). È stato professore invitato a Philadelphia, Seattle e presso l’Institute for Advanced Study di Princeton (1962-1964), e poi professore ordinario di Meccanica Quantistica I a Napoli (1964-1995).
Durante gli anni a Roma e Catania, Bruno Vitale ha avuto un rapporto di stretta amicizia con Marcello Cini (1923-2012), professore di fisica teorica a Roma, anche lui comunista radicale e fra i fondatori, nel 1969, de Il Manifesto (cosa che nel 1970 fu usata come motivo per espellere Cini dal PCI) (Gagliasso, Della Rocca, Memoli 2015; Capocci e Ienna 2025). Già alla fine degli anni ’50, preoccupati dagli esiti del caso Lysenko in biologia, Vitale e Cini si impegnarono nel contrastare l’opposizione alla meccanica quantistica che era consolidata in Unione Sovietica. Alcuni fisici sovietici avevano infatti letto la meccanica quantistica come una scienza borghese. I due fisici italiani inviarono un articolo sulla rivista sovietica Journal of Experimental and Theoretical Physics prendendo posizione contro le derive ideologiche nel campo della fisica teorica sovietica. L’articolo non fu mai accettato per la pubblicazione. La necessità di un riorientamento all’interno del comunismo dell’Europa occidentale spinse alcuni a guardare oltre i tradizionali schemi marxisti: con l’inizio della Rivoluzione Culturale Cinese nel 1966, il maoismo emerse come un’alternativa politico-ideologica. Bruno Vitale, tuttavia, preferì la solidarietà pratica all’allineamento dottrinale.
Vitale si è attestato come una figura chiave nello sviluppo di reti transnazionali tra scienziati attivi nei dibattiti sulla non neutralità della conoscenza scientifica. Nel 1968 è uno fra i pochi fisici italiani coinvolti nella costruzione di relazioni scientifiche con Cuba. Bruno Vitale fu infatti invitato a partecipare al noto Congreso Culutal de la Habana e nel 1970 e 1971 fu titolare di alcuni corsi di didattica della fisica organizzati dalla facoltà di Pedagogia Università dell’Avana (Cuba) (Baracca, Renn e Wendt 2014; Vitale 2013). L’attivismo politico di Bruno Vitale è stato però in particolar modo segnato dall’intervento militare degli Stati Uniti in Vietnam e dagli accesi dibattiti che ne derivarono attorno alla responsabilità sociale e politica degli scienziati rispetto ai dilemmi relativiti alle finalità della ricerca (militari VS pacifiche). Vitale è diventato molto noto per le sue campagne pubbliche contro la guerra in Vietnam come editore di The War Physicists (Vitale 1976a). Si tratta di volume che raccoglie documenti e resoconti relativi alle varie azioni di protesta –a cui lui stesso ha partecipato– che si verificarono in Europa nel 1972 in opposizione ai fisici statunitensi che avevano contribuito allo sforzo bellico degli Stati Uniti in qualità di membri del gruppo segreto di consulenza scientifica “Jason” (Ienna/Turchetti 2023 ; Petrossi 2018). Sempre nel 1972, Vitale incontrò i biologi di Chicago Richard Levins e Richard C. Lewontin, che stimolarono la creazione di collettivi “Science for Vietnam” per fornire aiuti diretti. Dopo questo incontro, Vitale avviò la fondazione di tali gruppi a Napoli (1972) e Ginevra (1974). “Science for Vietnam” condivise informazioni e offrì sostegno materiale a scienziati e medici nordvietnamiti (Hof 2024). Nel 1974, dopo il ritiro delle truppe statunitensi dalla Repubblica Democratica del Vietnam, Bruno Vitale trascorse tre settimane ad Hanoi, dove svolse attività di ricerca e insegnamento su invito della ‘Vietnamese Physics Society’ (Vitale 1974; Vitale 1976b). Fra il 1978 e il 1985 ha inoltre attivamente partecipato ai così detti St-Nicolas Easter Meetings, degli incontri di discussione trasnazionale fra comitati redazionali di riviste europee, statunitensi e indiane impegnate nello sviluppo di un approccio critico e radicale alla scienza (Vitale 2013).
Negli anni ’70, Vitale è stato coinvolto nei movimenti scientifici radicali italiani e internazionali. Ha scritto vari articoli sulla rivista Sapere che, tra il 1974 e il 1982, ha rappresentato uno dei principali spazi di discussione sul rapporto tra scienza e società da un punto di vista marxista in Italia. Allo stesso tempo, come ha raccontato in un'intervista del 2024 (Flavio del Santo e Barbara Hof; aggiungere link), prese successivamente le distanze da Cini e dal gruppo romano (formato da Giovanni Ciccotti, Michelangelo de Maria e Gianni Jona-Lasinio), che pubblicò il volume-manifesto L'ape e l'architeto. Paradigmi scientifici e materialismo storico (Ciccotti et al 1976). Nel giudizio di Bruno Vitale, L'ape e l'architeto rappresentò uno sforzo troppo intellettualistico e troppo lontano dalle prassi politiche.
Queste polarizzazioni ideologiche non erano rare negli anni ’70, un decennio segnato da una più ampia crisi di identità politica e strategica della sinistra italiana e dell’Occidente in generale. I movimenti politici cominciarono a frammentarsi. Mentre il PCI si orientava verso una posizione più moderata ed eurocomunista sotto la guida di leader come Enrico Berlinguer, alcune parti della sinistra si divisero in fazioni più piccole. Alcune, ancora impegnate nella solidarietà internazionale, spostarono la loro attenzione sui movimenti di liberazione come, ad esempio, il sostegno alla rivoluzione sandinista in Nicaragua.
Insieme al pacifista Antonino Drago, Bruno Vitale ha anche contribuito attivamente alla creazione dei corsi di storia della fisica all’Università di Napoli contribuendo attivamente all’istituzionalizzazione di questa disciplina in Italia. All'interno della facoltà di fisica, i loro corsi hanno stimolato la riflessione sull'intreccio tra scienza, politica e società. Vitale e Drago si sono concentrati soprattutto su temi come il nesso tra scienza e guerra o la scienza nella società capitalista (Ienna 2023).
Dagli anni ’80, oltre a pubblicare diversi opuscoli politici, Bruno Vitale ha continuato a partecipare a campagne politiche e boicottaggi contro la guerra, ricoprendo la carica di presidente della ONG Central Sanitaire Suisse (1998-2002). Dopo il pensionamento dall’Università di Napoli nel 1995 si è stabilito definitivamente a Ginevra, in Svizzera.
Bibliografia
Baracca, A.; Bergia, S.; Del Santo, F. (2017). The origins of the research on the foundations of quantum mechanics (and other critical activities) in Italy during the 1970s. Studies in History and Philosophy of Science Part B: Studies in History and Philosophy of Modern Physics, 57, 66-79. https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S1355219816301174
Baracca, A; J. Renn e H. Wendt (a cura di) (2014) The History of Physics in Cuba, Dordrecht, Springer.
Capocci, M., Ienna, G. (2025) La società nella scienza. Critica, epistemologia e politica in Marcello Cini, Pisa, Edizioni ETS.
Ciccotti, G., Cini, M., de Maria, M., & Jona-Lasinio, G. (1976). L’ape e l’architetto. Paradigmi scientifici e materialismo storico. Feltrinelli, Milano (eng. trans. The Bee and the Architect, Verum Factum, Venezia 2024 https://verumfactum.eu/volumes/the-bee-and-the-architect/)
Gagliasso, E.; Della Rocca, M.; Memoli, R. (2015). Per una scienza critica. Marcello Cini e il presente: filosofia, storia e politiche della ricerca, Pisa, Edizioni ETS.
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Ienna, G. (2023). The Social and Political Roots of the Institutionalization of the History of Physics in Italy. Physis, Rivista internazionale di storia della scienza, 58(2), 427-460. https://www.torrossa.com/en/resources/an/5675370#page=155
Ienna, G., & Turchetti, S. (2023). JASON in Europe: Contestation and the physicists’ dilemma about the Vietnam war. Physics in Perspective, 25(3), 85-105. https://doi.org/10.1007/s00016-023-00302-5
Petrossi, F. (2018) 1972 – Scienziati e Guerra in Vietnam, in Quelli del ’68 https://www.quellidel68.it/sito/index.php/it/documenti/198-1972-scienziati-di-guerra-e-vietnam.
Vitale, B. (1972) Relazione Collettivo Indocina, Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazion in Italia - Friuli Venezia Giulia, Trieste, https://www.quellidel68.it/doc/1972/Vietnam/CollettivoIndocina_RelazioneBVitale.pdf.
Vitale, B (1976b) Hoa Binh: lavoro e studio tra le montagne del Vietnam, in Sapere, n. 791, 5/1976, pp. 31-40 (fr. trad. Hoa Binh. Travail et étude dans les montaignes du Vietnam, Cahiers Fundamenta Scientiae, n. 74, 1977, pp.1-25).
Vitale, B. (1974) Enseignement au Vietnam, 12 Dicembre 1974, CERN audio archive, CERN https://cds.cern.ch/record/921674?ln=de
Vitale, B. (1976a), (ed), The War Physicists: Documents about the European Protest against the Physicists Working for the American Military through the JASON Division of the Institute for Defense Analyses, Napoli, Liguori, (available at: https://science-for-the-people.org/wp-content/uploads/2014/02/The-War-Physicists.pdf).
Vitale, B. (2013) Critique of Science VS Critical Science VS Traditional Knowledge, in O. Freire Jr. e S. Carneiro (a cura di), Ciência, Filosofia e Política. Uma Homenagem a Fernando Bunchaft, Salvador, Editora da Universidade Federal da Bahia, pp.123-138.